Uno dei problemi che sovente riscontriamo nelle piccole e medie aziende è la scarsa capacità di percepire il collegamento fra andamento economico dell'attività e gestione finanziaria.
Inoltre spesso gli imprenditori non considerano la Banca un fornitore come tutti gli altri bensì un centro di potere lontano ed antagonista del quale è meglio aver bisogno il meno possibile e a cui comunicare dati e numeri il meno trasparenti e con la minor frequenza possibili. Uno degli elementi che maggiormente irritano l'imprenditore è l'Estratto Conto trimestrale: la sua complessità e le differenze nella compilazione che vi sono tra un Istituto e l'altro non consentono di fare confronti agevoli tra le condizioni offerte dai diversi Istituti o addirittura tra condizioni vecchie e nuove della stessa banca.
Gli Istituti di credito, per contro, sanno spesso troppo poco delle PMI e questo si traduce nell'esclusione a priori di molte opportunità di crescita ed investimento che consentirebbero ad imprenditore e banca di fare al meglio ognuno il proprio mestiere.
Il cosiddetto accordo Basilea 3 modifica profondamente i rapporti fra gli Istituti di Credito e le imprese loro Clienti. Esso infatti introduce modelli di misurazione del rischio più complessi rispetto a quelli precedentemente in uso, permettendo di legare il costo del credito alla effettiva rischiosità delle imprese.
La sua applicazione comporta tre importanti conseguenze:
- la valutazione del richiedente credito è maggiormente obiettiva
- cresce il contenuto informativo del bilancio ed aumentano le informazioni utili/necessarie
- cambiano per le imprese le condizioni di accesso al finanziamento e le relative modalità di tariffazione.
Per adeguarsi alla nuova Normativa le banche hanno sviluppato un insieme strutturato e documentabile di metodologie e processi organizzativi che permettono la classificazione su scala ordinale del merito di credito di un soggetto e che quindi consentono la ripartizione di tutta la Clientela in classi differenziate di rischiosità, cui corrispondono diverse probabilità di insolvenza e quindi diverse dimensioni di fidi ammissibili e relative condizioni.
In conclusione vengono fortemente incentivati:
- un più approfondito, preferenziale e duraturo rapporto fra banche ed imprese con un considerevole impatto sul pluriaffidamento e sulla diversificazione delle fonti di finanziamento
- lo sviluppo di una cultura della “disclosure” da parte delle imprese, con la creazione di nuove opportunità per quelle più trasparenti e con più alto standing
- l'adozione di nuovi parametri per valutare le scelte aziendali.
Nello specifico l'attivita' di Logos in ambito finanza e tesoreria si traduce in
- controllo delle condizioni bancarie, rinegoziazione facilitazioni creditizie in essere e loro ottimizzazione
- piano economico-finanziario finalizzato all'identificazione della posizione finanziaria prospettica, in un'ottica anche pluriennale; aggiornamenti periodici e relativa reportistica
- ricerca nuova finanza: organizzazione di nuove operazioni ordinarie a breve e medio/lungo termine, ivi comprese eventuali operazioni di leasing mobiliare ed immobiliare
- affiancamento dell'azienda negli incontri con le banche e le istituzioni finanziarie interessate
- ricerca di canali alternativi di finanziamento: oltre la banca per finanziare la crescita rimanda alla pagina specifica
- predisposizione di strategie di ristrutturazione aziendale e loro implementazione rimanda alla pagina specifica
- supporto alle Start up rimanda alla pagina specifica